Sulle orme dei Fondatori: da Mornese a Torino!
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Dal 6 al 26 agosto, il gruppo delle studenti del Corso di Spiritualità e alcune altre sorelle della Visitatoria ha vissuto un'esperienza intensa nei luoghi dei nostri Fondatori San Giovanni Bosco e Santa Maria Domenica Mazzarello, con un percorso che da Mornese ha raggiunto Nizza Monferrato, Colle don Bosco, Chieri, Torino. Eravamo 24 sorelle accompagnate da sr Marisa Chinelatto e da sr Eliane Petri. A Mornese, come a Torino, abbiamo scoperto i luoghi dell’infanzia, della giovinezza, della scelta di vita dei nostri Fondatori e delle prime comunità di Mornese e di Valdocco.
Durante l’esperienza, nella preghiera, nella meditazione, nella condivisione, nel contatto personale con don Bosco e madre Mazzarello, abbiamo potuto parlare con loro, confrontare la nostra vita con la loro. Ogni luogo che abbiamo visitato ci ha toccato e ci ha lasciato messaggi e impegni per vivere meglio la nostra vocazione salesiana. Vorremmo condividere alcune delle esperienze che ci hanno toccato durante quello periodo:
“A Mornese ho sentito la presenza viva di Maria Mazzarello, era una donna come me, viveva in una famiglia cristiana, aiutava i suoi genitori nel lavoro, si prendeva cura dei suoi fratelli e sorelle. Da giovane, si è data al servizio degli altri; stava già vivendo l'esperienza missionaria. Ha appreso molto dalla sua famiglia, dai suoi genitori. In particolare: una fede robusta trasmessa dal padre che le ha insegnato il catechismo, la frequenza alla parrocchia, la preghiera, il senso del lavoro, della povertà e della solidarietà. La contemplazione della bellezza, la devozione alla Vergine Maria, la profondità di una forte vita cristiana. I suoi genitori sono stati dei veri educatori sia in famiglia, sia nell’ambiente sociale: suo padre la portava al mercato, stava sempre vicino a lei, guidandola nelle sue scelte”.
“Le parole scritte sul muro della Valponasca mi hanno fatto pensare e riflettere sulla vita vissuta da Maria Domenica. Lei diceva: qui ho imparato a pregare, a lavorare, a contemplare, a servire con amore. Maria Domenica mi ha insegnato a fare unità tra fede e vita. Mentre sto lavorando, posso vivere l’atteggiamento di contemplazione e posso trasformare la mia vita in una continua lode al Signore. La comunione con Lui mi apre agli altri e mi porta a fare del bene. La preghiera ha questa duplice direzione: va verso Dio e verso gli altri”.
“Mi ha toccato l’amore di Maria Mazzarello per Gesù. Non guardava ai sacrifici: andava a Messa ogni giorno anche se nevicava o pioveva e il suo amore ardente per Gesù l’ha portata ad offrirsi per gli altri”.
“Nella vita di don Bosco mi ha colpito l’esperienza di essere accompagnato da sua madre, da alcuni sacerdoti, dagli amici … e questo gli ha insegnato ad essere un buon accompagnatore di giovani. Don Bosco ha saputo accettare i consigli di Luigi Comollo che lo invitava ad essere più gentile e ad accogliere i consigli di suoi padri spirituali”.
“Don Bosco aveva una grande fiducia in Dio, la sua fede era forte. Per questo è stato in grado di fare molto bene per i suoi giovani anche in tempi difficili. Viveva povero e allo stesso tempo aveva fiducia nella Provvidenza. Si è lasciato guidare da una Madre, Maria Ausiliatrice, una presenza viva, che gli ha mostrato la strada da seguire. Tutto questo mi aiuta a confidare nel Signore, a sentire Maria come una Madre che mi prende per mano e ha una presenza attiva nella mia vita e nella mia missione”.
“Davvero Dio ama i suoi figli, specialmente i giovani poveri e abbandonati! Ai tempi di don Bosco tanti giovani si trovano nella difficoltà, in situazioni di pericolo. Dio ha scelto don Bosco per essere padre di questi giovani!”.
“La vocazione è dono di Dio. Guardando il percorso di don Bosco dai Becchi a Torino, le vicende della sua famiglia, il contesto nel quale operò, mi ha toccato molto la parola di Dio “non abbiate paura”. Don Bosco era povero ma ha saputo rispondere sempre alla volontà di Dio per la salvezza dei giovani. Non posso che dire con il salmista: “come sono grandi le tue opere, Signore, quanto profondi i tuoi pensieri!”.
“La statua di mamma Margerita posta nel cortile di Valdocco mi ha insegnato come accompagnare i giovani di oggi, a lasciare quello che sto facendo per ascoltare quando un giovane viene a incontrarmi. Lo sguardo attento, l'ascolto, l’andare in profondità per scoprire cosa c'è nel cuore dei giovani, questo è molto importante!”
Siamo riconoscenti al Signore, all’Istituto, alle nostre Ispettorie per la possibilità che ci è stata data di poter fare questa esperienza. E’ stata per noi un dono prezioso che ci ha aiutato ad andare alle radici della santità salesiana, a confrontare la nostra vita con quella dei nostri Fondatori, a crescere nella nostra vocazione e nella conoscenza del nostro carisma per vivere la spiritualità salesiana.
Grazie a tutte le persone che ci hanno accompagnato, da vicino o da lontano, con le loro preghiere.