Itinerario formativo: Sulle orme di Don Bosco
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“Valdocco, terra di Don Bosco. Non entrare distratto. Guardala come il campo che è stato seminato, come la casa dove è vissuto tuo padre. Ascolta”.
Questa frase, che un tempo era all’entrata di Valdocco, è stata un invito a vivere con intensità e gratitudine l’esperienza sulle orme di don Bosco, dal 22 al 28 maggio 2021 a Torino. Il gruppo del secondo anno del Biennio di Spiritualità dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice ha avuto la gioia di poter vivere, il 24 maggio, presso la Basilica di Maria Ausiliatrice. Quest’anno, a causa della pandemia, la festa si è svolta tutta a Valdocco ed è stata caratterizzata dalla sobrietà ma anche da un’intensa devozione popolare e da una accurata preparazione che ha favorito la preghiera. Nei giorni seguenti il gruppo ha potuto completare l’itinerario formativo nei luoghi dei Fondatori, ripercorrendo l’esperienza e i luoghi dove è vissuto e ha operato Giovanni Bosco. La tappa di Torino - Colle - Chieri non si era potuta realizzare dopo quella di Mornese nell’agosto 2020 a causa della diffusione del virus, soprattutto a Torino e dintorni
La festa di Maria Ausiliatrice, tanto cara alla Famiglia Salesiana, ha risentito ancora quest’anno degli effetti della pandemia: Messe con numero ristretto di persone e senza la tradizionale processione per le vie di Valdocco. Ma ancora una volta le restrizioni sono diventate un’opportunità per offrire e ripensare nuove soluzioni. L’aspetto più significativo è stato quello di utilizzare al massimo i collegamenti via web anche in mondovisione e privilegiare un approccio più personale ai pellegrini pervenuti a Valdocco per la festa. Per le FMA, partecipanti all’itinerario formativo, è stata una grazia poter essere lì presenti e farsi voce delle Ispettorie e comunità sparse nel mondo e ringraziare Maria Ausiliatrice per la sua presenza viva e operante nella vita dell’Istituto anche in questo tempo di pandemia.
Colle don Bosco, Chieri, Valdocco… Chiesa Pinardi, Chiesa di San Francesco di Sales, Basilica di Maria Ausiliatrice, Casa Museo Don Bosco… luoghi di memoria e di profezia! Luoghi che parlano di passione educativa, di fede, di ardore missionario, di profonda fiducia nella Provvidenza di Dio.
Sostare in questi luoghi è abbeverarsi alle fonti dove è nato il carisma salesiano per continuare ad irradiarlo nel mondo. Questi luoghi ci ricordano ancora una volta che ogni vocazione è missione.
Entrare nella casa di una persona è entrare nella sua vita. Entrare nel “Museo Casa don Bosco” non è solo entrare nel cuore di don Bosco, ma immergersi nel carisma salesiano, cioè entrare nel dono che lo Spirito Santo ha fatto alla Chiesa per mezzo di don Bosco. Lì possiamo rivivere le sue stesse emozioni, il suo stesso ardore apostolico-missionario, incontrare i suoi amici e collaboratori, capire meglio quale dono Dio abbia voluto fare alla sua Chiesa e al mondo attraverso il Santo dei Becchi, il Santo dei giovani. Possiamo respirare aria di casa, incontrare non solo don Bosco ma una comunità, i suoi Successori, tanti Santi che si sono incontrati e hanno fatto l’esperienza di quanto vale “l’insieme”.
Percorrere i luoghi di don Bosco è scoprirlo nella sua essenza più vera: un prete educatore. Infatti, in don Bosco il prete e l’educatore sono due facce della stessa medaglia, così come non possiamo separare lui dai giovani. Le chiese, il cortile, la tipografia e ogni oggetto oculatamente scelto e posto nella Casa Museo ci parla di questa realtà. Il pulpito per la buona notte, il confessionale, l’altare dell’estasi, i suoi libri, le sue varie opere… tutto descrive come don Bosco ha vissuto il suo sacerdozio e la modalità di accompagnare i suoi figli alla santità.
La “Casa Museo don Bosco” permette ai pellegrini di scoprire la sorgente della vita e dell’azione di don Bosco: l’unione con Dio, la centralità dei Sacramenti soprattutto dell’Eucaristia e della Riconciliazione, l’amore alla Madonna, la fiducia illimitata nella Divina Providenza, il suo tesoro in Gesù Cristo: i suoi giovani. Questi luoghi testimoniano un don Bosco artista capace di convocare, armonizzare, far convergere persone tanto diverse attorno ad un unico progetto, valorizzando al meglio i doni di ognuno.
Inoltre, Valdocco ci parla della “comunione dei Santi”, di una pedagogia della santità comunitaria, dove la santità di ognuno ha trovato energia per crescere con quella degli altri e allo stesso tempo è stata di stimolo perché questa potesse fiorire e dare frutto. Si diventa santi insieme.
In questo contesto, non poteva mancare una rifleessione sul significato della presenza delle FMA a Torino, fin dal 1876 e sul significato storico della Casa Maria Ausiliatrice, un tempo Casa Generalizia dell’Istituto delle FMA (1929-1969). La partenza da Mornese per Torino assume per Maria Mazzarello e per le prime sorelle un significato particolare: inoltrarsi nella città per condividere fino in fondo la strategia di don Bosco e stare in prima linea accanto alle giovani povere. Ripercorrere un po’ la storia e contemplare lo sviluppo delle varie Opere delle FMA a Torino ci permette di toccare con mano l’audacia apostolica, la creatività delle FMA nell’inserirsi in un nuovo contesto – non già quello piccolo di Mornese - ma quello di una grande città in pieno sviluppo sociale per dare risposta ai bisogni delle giovani. Nell’ascoltare la storia degli inizi della Casa di Torino, ci sembrava di assistere con discrezione al colloquio tra don Bosco, suor Elisa Roncallo e suor Caterina Daghero, che gli chiedevano un consiglio su come raggiungere le ragazze: “Prendete queste immagini e queste medagliette della Madonna e andate a fare una passeggiatina per le strade qui dintorno. A tutte le ragazze che incontrerete regalate una medaglietta e un'immagine, domandate loro come si chiamano, se hanno la mamma, il papà, i fratelli e le sorelle; se vanno a scuola e dove.....Invitatele a venirvi a trovare. Dite che le farete giocare, che alla domenica dopo il gioco, quando sentiranno anch'esse il bisogno di starsene quiete, le condurrete in Chiesa peri il catechismo e la benedizione. Vedrete che verranno! E poi direte che se qualcuna volesse venire a scuola, voi sarete contente di farla gratuitamente".
Il segreto rimane sempre lo stesso, ieri come oggi: intercettare i sogni, i desideri, i bisogni delle giovani; l’educatrice salesiana è, infatti, colei che ama ciò che i giovani amano per far loro amare ciò che lei crede e ama.
Questa sosta prolungata nella Torino di ieri e di oggi aiuti noi FMA e tutte le comunità educanti ad "osare strade nuove" e a scrivere nel quotidiano pagine di amorevolezza per i giovani e con i giovani, perché "abbiano Vita e Vita in abbondanza" e così poter essere comunità generative di vita nel cuore della contemporaneità.
Grazie a tutti coloro che ci hanno guidato e hanno reso possibile questo itinerario alle radici della nostra famiglia.